Le rocce magmatiche sono state prodotte in due cicli eruttivi, dando origine a due formazioni:

Sono costituite prevalentemente da rioliti e trachiti e, in misura minore, da latiti e basalti.
1° ciclo: Formazione di Castelnuovo di Teolo
Mentre si depositavano le Marne Euganee, da fessure della crosta marina, circa 40 - 43 milioni di anni fa (radiometricamente 42 ± 1,5 m.a.), nell'Eocene superiore, cominciò ad uscire una lava scura e fluida che si espanse sul fondo, ricoprendo le rocce preesistenti.
Il 1° ciclo eruttivo è dato dunque da un vulcanesimo basico, costituito da basalti, brecce basaltiche, tufi, ialoclastiti e pillows, che complessivamente sono inquadrati nella formazione di Castelnuovo di Teolo e si trovano intercalati nella formazione di Torreglia, come anche quelli del successivo ciclo eruttivo.
Questa lava ha formato Basalti, in colata e a pillows, di colore scuro, con una quantità di silice inferiore al 50% costituita da silicati di magnesio e ferro (pirroseni), e calcio (plagioclasi) in matrice microcristallina con fenocristalli.
Basalto - Basalto Andesitico - Breccia di esplosione
Le rocce basiche le troviamo a Castelnuovo (basalto andesitico), Vò Euganeo, Teolo, Boccon, Monte Oliveto (foto a destra), parte di Monte Castello, a sud-est del M. Brecale, M. Gemola e a Calaone.
Più diffuse delle lave basaltiche sono le brecce epiclastiche, di colore grigio scuro oppure più chiare se alterate, presenti sul M. Gemola, M. Baiamonte, e Castelnuovo.
Il basalto ha formato inoltre dei pillows e ialoclastiti (derivanti dall’alterazione dei pillows), cioè rocce vetrose che si frantumano a contatto con l'acqua.
La lava è stata accompagnata dall'emissione di prodotti piroclastici (tufi) e brecce basaltiche di riempimento, come nella foto a sinistra (M. Fasolo), formati da ceneri, lapilli, scorie mescolate ai sedimenti, a causa delle esplosioni provocate dalla penetrazione di acqua nei condotti magmatici (diatremi).
Dopo questo primo ciclo eruttivo è seguito un periodo di relativa calma, in cui continuavano a depositarsi le Marne Euganee.
2° ciclo: Formazione di Monte Venda
Circa 30 - 33 milioni di anni fa (età media radiometrica 33 m.a. - Rupeliano), nell'Oligocene inferiore, si ebbe una nuova fase vulcanica, sempre sottomarina, con magma di natura diversa, più acido e viscoso, che sollevò e frantumò gli strati sovrastanti, ricoprendo parzialmente i sedimenti calcarei e le rocce basaltiche del precedente ciclo eruttivo.
Questo secondo ciclo dà origine a un vulcanesimo differenziato, a partire da termini acidi fino ad arrivare a prodotti basici.
Si ipotizza che il magmatismo paleogenico euganeo derivi da un unico magma basico, originatosi nel mantello superiore che, a causa di un assottigliamento della crosta e della presenza di fratture in una tettonica distensiva, è risalito accumulandosi in camere multiple. Per un processo di cristallizzazione frazionata, da un magma originariamente basico, si sono originate le lave più acide del secondo ciclo a partire dai termini più ricchi in silice, rioliti e trachiti alcaline, alle latiti, con tenori di silice più bassi, fino ai basalti.
Le eruzioni oligoceniche ebbero luogo in ambiente sottomarino, ma probabilmente si conclusero con l’emersione dei rilievi maggiori.
Il complesso dei prodotti lavici costituisce la formazione di Monte Venda, che è suddivisa in 4 membri (il più antico è in basso).


Membro di Monte Brusà
Il membro di Monte Brusà, radiometricamente datato a 31 - 35 m.a., comprende tutti i prodotti a composizione riolitica:
- brecce riolitiche
- ossidiane e perliti
- rioliti in corpi subvulcanici
- corpi filoniani e dicchi a composizione riolitica
- brecce esplosive di riempimento di diatremi
La riolite, di colore generalmente chiaro, contiene una quantità di silice superiore al 67% (rioliti alcaline) o 74% (rioliti alcaline persiliciche), costituita da quarzo, ortoclasio e plagioclasi.
Riolite alcalina e alcalina persilicica
La riolite alcalina, dal colore variabile dal bruno chiaro, rosato, giallino o verdino, forma corpi subvulcanici come il Monte Ricco (foto qui sotto), Monte Cinto (nella foto a destra la fessurazione colonnare), M. Ortone, M. Solone, M. Rua, M. Delle Valli.
La riolite alcalina persilicica si trova invece sui Monti Venda e Vendevolo (foto in basso), M. Brecale, M. Orsara, M. Ventolone, M. Piccolo.
In alcuni casi non si vedono cristalli a occhio nudo, come nel Monte Brusà e M. Campane; in altri è presente un certo grado di porfiricità, come nel Monte Ricco.
La riolite può formare filoni subverticali, di colore bruno pallido o giallastro, a basso grado di porfiricità, come quelli delle "Forche del Diavolo" (prima foto in alto) e dei "Denti de la Vecia".
A volte, in seguito al brusco raffreddamento, la riolite si presenta brecciata, in facies ignimbritica o addirittura in facies vetrosa di tipo perlitico (cava a sud del M. Alto di Montegrotto).
Brecce riolitiche si trovano sul M. Croce, M. Ceva, M. Spinefrasse, M. Nuovo, M. Trevisan, M. Baiamonte. Si presentano con frammenti di varia dimensione, inglobati in una matrice della medesima composizione.
Inoltre, sono frequenti diatremi contenenti brecce di esplosione, costituite da frammenti litici immersi in un'abbondante matrice cineritica, come nel M. Marco e M. Orsara.
Livelli di ossidiane sono presenti a nord del M. Zogo, M. Ceva, M. Spinefrasse.
Breccia riolitica del M. Spinefrasse - Ignimbrite riolitica - Perlite del M. Alto
Membro di Montemerlo
Alla riolite segue una lava meno acida costituente il membro di Montemerlo, di età compresa tra 27 e 33 m.a. (31 ± 1 m.a. con altro metodo).
I prodotti di composizione trachitica e quarzotrachitica sono:
- trachiti in corpi subvulcanici
- corpi filoniani e dicchi di composizione trachitica
- corpi magmatici di composizione sienitica
- brecce esplosive di riempimento di diatremi
La trachite è una roccia magmatica effusiva, di colore grigio o giallognolo con piccoli cristalli scuri di mica e zone più chiare di feldspati, molto importante dal punto di vista economico.
Dal punto di vista chimico è una roccia neutra, con una percentuale in silice tra il 65% e il 55%. Il termine di passaggio tra la riolite e la trachite è la quarzotrachite alcalina, seguita dalla trachite alcalina (nell'ordine, prima e seconda foto qui sotto) e infine la trachite in senso stretto. Nel passaggio da un termine all'altro aumenta il grado di porfiricità.
La trachite può contenere frammenti di roccia di ogni tipo, anche di grandi dimensioni, estranei al corpo magmatico (xenoliti).
Corpi subvulcanici di quarzotrachite sono rappresentati dal Monte della Madonna, M. Grande (la foto a sinistra evidenzia la fessurazione colonnare), M. Rusta (foto a destra), M. Cero.
I corpi vulcanici di Montemerlo, M. Altore, M. Comun, M. Bello, M. Lozzo (foto a sinistra) sono formati da trachite alcalina, mentre M. Rosso, M. Lonzina e Monte Gemola (foto a destra) sono di trachite.
La trachite si può trovare brecciata, come nel camino d'esplosione di Villa Draghi (foto a sinistra) e nel diatrema di Valderio (Torreglia Alta), oppure in filoni (nel M. Venda) e dicchi - corpi discordanti a sviluppo sub verticale -, anche imponenti, come Rocca Pendice, dove si presenta con fessurazione colonnare (foto a destra), e il M. Pirio.
Le rocce di questi corpi sono di colore grigio a struttura porfirica.
I dicchi e i filoni discordanti sporgono rispetto alla formazione di Torreglia e di Castelnuovo in quanto hanno subito un minore grado di erosione a causa della loro compattezza.
Sul M. della Basse e alla base del versante sud di Cengolina emergono delle masse con composizione sienitica a grana media, di colore grigio violaceo.
Membro di Monte Cecilia
Dopo la messa in posto del membro di Montemerlo è seguita un’emissione di lave più basiche, in minore quantità rispetto alle precedenti, in periodo compreso tra 30 ± 1 e 35 ± 1 m.a.
Il membro di Monte Cecilia comprende:
- brecce latitiche
- latiti e quarzolatiti in corpi subvulcanici
- corpi filioniani di composizione latitica
- brecce latitiche di riempimento di diatremi
La latite, di colore grigio scuro, ha una percentuale in silice compresa tra il 55% e il 50%; presenta una massa di fondo microcristallina o vetrosa, con immersi fenocristalli di pirosseno, anfibolo, miche, plagioclasio.
Latite - Camino di esplosione con breccia latitica - Breccia latitica del M. Ceva
Questa roccia forma corpi subvulcanici a Baone, il laccolite di M. Cecilia (foto a sinistra, dove si vede la fessurazione colonnare), M. Croce (foto a destra), M. Ceva, M. Rosso e M. Sengiari. In quest'ultimo è visibile il camino di esplosione riempito da breccia latitica.
Il corpo subvulcanico del M. Cero presenta una composizione quarzolatitica.
La cava di M. Croce permette la ricostruzione della serie stratigrafica.
Alla base si trova la formazione di Torreglia di età eocenica; segue uno strato di brecce riolitiche, legate a un evento eruttivo più antico, sopra il quale si forma un duomo endogeno di composizione latitica, a evidente fessurazione colonnare, e attorno a questo si trovano brecce latitiche dovute al fatto che l'eruzione è avvenuta in ambiente sottomarino e quindi ha subito un rapido raffreddamento. Una pausa dell'emissione lavica ha consentito la deposizione della formazione di Torreglia dell'Oligocene inferiore. Grazie alla presenza dei microfossili è stato possibile datare gli eventi eruttivi. Il tutto è ricoperto da brecce latitiche.
Il gruppo del M. Ceva è inoltre ricoperto da un'imponente coltre di brecce latitiche stratificate, prodotte dal repentino raffreddamento della lava a contatto con l'acqua.
Oltre alla fessurazione colonnare, la latite presenta spesso una esfoliazione cipollare, ben evidente nel M. Cecilia e Baiamonte (foto a sinistra). Si tratta di un processo di alterazione progressivo, dovuto all'idrolisi di alcuni minerali, che si manifesta come una desquamazione della roccia secondo superfici concentriche e che procede dall'esterno verso l'interno del blocco, generando una morfologia a cipolla.
Vista la fluidità della lava sono spesso presenti filoni latitici anche importanti, come quello di Calto Contea che si è insinuato orizzontalmente tra le marne (foto a destra).
A Baone è possibile trovare anche l'andesite.
Membro di Solana
Il ciclo eruttivo terminò con filoni basaltici il cui basso tenore di silice li rende fluidi e in grado di incassarsi facilmente in altre rocce.
Il membro di Solana comprende:
- corpi filoniani discordanti
- lave di riempimento di condotti vulcanici (neck)
I filoni, di spessore limitato, intersecano i prodotti vulcanici del secondo ciclo eruttivo per cui devono essere a esso successivi.
Nella foto a destra è evidenziato un filone basaltico incassato nella riolite sul M. Brusà.
Neck a composizione basaltica sono presenti sul M. Olivetto e sul M. Boscalbò.
Alla fine del ciclo eruttivo le cime più alte emergevano dall'antico mare formando un arcipelago di ripidi isolotti.
L'attività eruttiva euganea si è manifestata dunque quando le altre zone del Veneto erano in fase di quiescenza. Nei Lessini, infatti, il vulcanesimo è stato attivo nel Paleocene e nell'Eocene inferiore e medio, e solo alla fine del secondo ciclo eruttivo euganeo riprese l'emissione di lava basaltica nei Berici e nel Marosticano.