Non si conosce perfettamente il meccanismo che ha dato origine a vulcaniti così differenziate, diverse dai magmi basaltici delle altre zone venete. Si pensa che si sia avuta la fusione parziale del mantello basaltico, in fase di tettonica distensiva, che ha coinvolto anche la base della crosta. Sembra, infatti, che la Moho sotto i Colli sia meno profonda della media. Durante la risalita, la lava ha probabilmente stazionato in un bacino abbastanza superficiale (3000 - 3500 m) e, in seguito a fenomeni di cristallizzazione frazionata, da magmi basici si sono separati componenti più leggeri che avrebbero dato origine a lave acide. Le lave latitiche si sarebbero ottenute dal rimescolamento di lave trachitiche con basalti. In questo modo si può spiegare la sequenza di vulcaniti differenziate che osserviamo.
Secondo recenti studi, diversamente da quanto rappresentato in figura, la cristallizzazione frazionata sarebbe avvenuta all’interno di camere multiple superficiali e non a partire da una singola camera. I fusi basici si frazionano a bassa pressione in trappole tettoniche e i fusi differenziati acidi possono preferibilmente giungere in superficie rispetto a quelli intermedi a causa della loro minore densità.

Schema tettono-magmatico tridimensionale dei Colli Euganei. La presenza di molteplici camere magmatiche poco profonde in cui i magmi potrebbero frazionare è il risultato del sistema di faglie trasversali, a sua volta indotto da tettonica estensionale intensiva e fagliatura a blocchi. Non in scala.
(Crediti: Milani, Lorenzo & Beccaluva, Luigi & Coltorti, Massimo. (1999). Petrogenesis and evolution of the Euganean Magmatic Complex, Veneto Region, North-East Italy. European Journal of Mineralogy. 22. 379-399.)