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Il Ferro di Cavallo

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panorama

 

Il percorso attraversa i colli vicino a Battaglia Terme: Il Monte Croce (89 m), Monte Spinefrasse (202 m), Monte Ceva (255 m) e Monte Nuovo (153 m), che sono disposti a “ferro di cavallo” e racchiudono una conca coltivata a vigneti. A un'estremità si trova il castello del Catajo.

Il tempo di percorrenza è di almeno 3,30 ore, seguendo in parte i Sentieri dei Colli Euganei N. 29 e 15.

È consigliato un periodo non eccessivamente caldo perché i versanti non sono sempre coperti da vegetazione arborea, soprattutto nella prima e ultima parte. Attenzione al Coluber viridiflavus carbonarius (scarbonaz), molto diffuso nelle zone assolate e alla grande quantità di fastidiosissimi insetti.
Il sentiero è impegnativo perché sotto la sommità del Monte Ceva c'è una parete rocciosa esposta.

 

Descrizione tecnica
Lunghezza:7,57 km
Tempo:3½ ore
Quota di partenza:12 m
Quota minima:6 m
Quota massima:244 m
Dislivello positivo:456 m
Dislivello negativo:-456 m
Verso del percorso:Orario
Difficoltà tecnica:Impegnativo

 

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breccialatiteIl Monte Croce, Monte Spinefrasse, Monte Ceva, Monte Nuovo, formati durante il secondo ciclo eruttivo euganeo, sono costituiti da brecce latitiche e latiandesitiche. Attorno al Monte Spinefrasse si vedono anche brecce e tufi riolitici, ossidiane riolitiche, facies resinitiche e perlitiche.

Sul fondo del mare di 35 milioni di anni fa si stavano deponendo le marne euganee quando si è avuto un primo evento eruttivo sottomarino con lava riolitica, brecciata dal brusco raffreddamento a contatto con l'acqua.
Un secondo evento, a carattere più basico, ha prodotto potenti bancate di brecce latitiche nerastre le quali, contenendo magnetite, fanno deviare l'ago di una bussola.

 

cava

Sul Monte Croce 📷 sono distinguibili, sopra le antiche brecce riolitiche, due distinti eventi eruttivi; c'è stata una prima eruzione di latite, che nella parte profonda mostra una fessurazione colonnare mentre nella zona superiore si presenta brecciata, seguita da una pausa durante la quale hanno ripreso a depositarsi le marne euganee. I micro e macrofossili in essa presenti permettono la datazione all'Oligocene inferiore (circa 32 milioni di anni fa), corrispondente a quella ricavata con il metodo radiometrico. Il secondo evento ha formato un duomo latitico con brecce autoclastiche che ha inglobato i sedimenti sottostanti.

 

area attrezzataoliviSi parcheggia l'auto nell'area attrezzata ai piedi del Monte Croce, vicino alla rotonda che da Battaglia Terme porta a Galzignano Terme, in Viale degli Alpini.
Sopra il piazzale si trova il sentiero che voi prendete a sinistra (sentiero N. 29), andando verso la cima del monte. Si attraversa un boschetto di robinia e si continua a salire fino a un crocevia. Si tralascia il sentiero a sinistra, quello di destra porta alla cava e lo risaliremo al ritorno; prendete quello centrale in salita (che è quello principale) che porta alla cima del Monte Croce. Qui incontrerete olivi, gelsi, roverelle, carpinelle, bagolaro, paliuro (o marruca), ebbio e asparago selvatico, tipiche piante di ambiente mediterraneo e farete il primo incontro con l'Opuntia humifusa. Sul monte c'era il Monastero di Santa Maria di Monte delle Croci* 📷, ingoiato dalla cava.

 

* Si tratta di una struttura molto antica, fondata nel XIII secolo forse dai Carraresi. Divenuto monastero camaldolese nel 1484, fu annesso ai beni del Seminario di Padova da Gregorio Barbarigo nel 1670. Le creazione della cava fece crollare quanto restava dell’edificio.

 

sentieroValsanzibio

Superata la cresta del Monte Croce che costeggia la cava, protetta a destra da una recinzione di pali, si scende attraverso un delizioso boschetto di roverella e pungitopo fino a un bivio con pannello informativo: a destra prosegue il percorso N. 15, mentre voi prendete il sentiero a sinistra (N. 29). La sella all'inizio è pianeggiante e in zona scoperta; da qui potete ammirare il panorama dei colli di Valsanzibio: Monte Calbarina, Monte Piccolo, Monte Ventolone, Monte Orbieso, mentre più a sinistra il Monte Lispida, Monte Ricco e la Rocca di Monselice 📷.

 

m. SpinefrassesentieroInizia ora la salita verso il Monte Spinefrasse su una zona in parte scoperta lungo un ripido sentiero (Attenzione che può essere scivoloso se bagnato!) nella lava tra macchie di Opuntia humifusa, qualche semprevivo e roverelle sparse. Da qui si può vedere tutta la pianura che si estende fino al mare; in fondo la Villa Selvatico-Capodilista* sul Monte Sant'Elena e il Monte Lispida.

 

* La Villa Selvatico-Capodilista è stata costruita nel 1647 da Benedetto Selvatico vicino a quattro laghetti che producono fango termale. Ha ospitato famosi poeti, intellettuali, pittori.

 

Emo-capodilistam. SpinefrasseSi arriva finalmente sulla cima del Monte Spinefrasse che si percorre in cresta, fra salite e discese, fino al Monte Ceva, passando dal Monte Gnocozzo, il cui cippo che lo indica si trova un centinaio di metri prima della cima. Il segno prevalente è di colore bianco. Nella prima parte si incontra un fresco bosco di robinia, ciavardello, roverella e qualche orniello, poi, superata una sella scoperta da cui si vede il panorama verso il Monte Rua e i Colli sopra Torreglia, si incontra il corbezzolo.

 

m. CevaturriGiunti al Bivio per Turri (217 m), con panchina e pannello informativo, prendete il sentiero più stretto a destra in salita, seguendo la freccia (indicazione Monte Ceva) In questa zona sulle rocce scoperte ricompare l'Opuntia humifisa, accompagnata dalla calluna, cisto, erica arborea, corbezzolo, ligustro e roverella.
Ancora un bivio e voi continuate a salire a destra, o piuttosto ad arrampicarvi sulla roccia che in breve tempo vi porta alla cima del Monte Ceva.

 

croce nicchia

Il Monte Ceva è formato da due sommità di uguale altezza (255 m); sulla prima c'è una croce in ferro e una nicchia scavata nella roccia, orrendamente dipinta di azzurro, con una statua della Madonna. Il panorama si apre a 360° su tutti i colli meridionali 📷, la pianura verso Padova, fino al mare. La roccia è ricoperta dall'Opuntia compressa e dal Sempervivum arachnoideum, Agave americana e distese di Opuntia stricta - che alla fine della primavera macchiano il colle di giallo e rosa - e circondata dal paliuro e qualche arbusto di fusaggine.

 

m. CevaDirigetevi verso la seconda cima del monte. Prima di raggiungerla trovate il cartello con le indicazioni di percorso. Il sentiero N. 29 procede in discesa a destra.

 

Deviazione. La parte geologicamente più interessante del percorso si trova lungo questo tratto.
Consigliamo di seguirlo nella parte iniziale se:

  • avete le calzature adatte;
  • il terreno è asciutto;
  • la corda di sicurezza è integra.

Si tratta, infatti, di una parete esposta e il transito, pur facilitato dalla corda, non è agevole.
È qui che potete vedere il monolite di latite vulcano-clastica, brecce riolitiche autoclastiche, brecce latitiche e una stupenda fioritura delle piante grasse citate sopra.

 

cava di M. Croce

Ritornate al bivio e proseguite in quota a sinistra fino a una panchina da cui potete ammirare il panorama verso la cava di Monte Croce, con il Monte Ricco sullo sfondo.
Proseguite poi in discreta discesa su un sentiero, che una volta era disseminato di cartelli con l'indicazione delle piante, mentre ora rimangono solo i supporti. Qui incontrate un bosco misto di orniello, carpino bianco e robinia, con alcune piante di dittamo, pisello odoroso e di verbasco porporino, scampati ai cinghiali.
Alla fine della discesa sbucate su uno sterrato, con un cartello che indica la direzione del Sentiero Mezza Costa: seguite a destra i segni bianco-verdi.

 

M. NuovotorreProseguite prima in salita, poi in moderata discesa lungo il Monte Nuovo, abbastanza esposto al sole, dove si incontra di nuovo la nuda roccia con l'Opuntia humifusa, fino al Casino di caccia del castello, con la sua recinzione in muratura, ci impedisce di scendere al Catajo* 📷. Qui arriva il Sentiero Mezza Costa.

 

* Il castello del Catajo è stato costruito, su ordine di Beatrice degli Obizzi, dal marchese Pio Enea nel XVI secolo come villa privata. Nelle sue 350 stanze si trovano interessanti collezioni, parte delle quali sono state trasportate a Vienna nell'Ottocento.
Nel grande parco all'inglese interno c'è un laghetto e nel bosco sul colle adiacente, tra piante secolari di querce, ippocastani e bagolari, vivevano numerosi animali fra cui i daini che ora si sono diffusi nel colle. 

 

ferroviaferroviaScendete a sinistra su un ripido sentiero ricoperto di ciottoli, seguendo il muro, fino al Bivio Tunnel Ferrovia (31 m), che si inserisce nel percorso N. 15.
Il sentiero a sinistra scende con una scalinata di tronchi lungo i binari e si dirige al paese; voi invece proseguite a destra scavalcando il tunnel ferroviario fino ad arrivare alla strada sterrata vicino a un'azienda agricola, l'unico edificio che non è abbandonato. Ruderi si trovano all'interno del bosco, tra cui la Chiesetta di Villa Valier.

 

m. NuovoRipercorrerete ora il “ferro di cavallo” nella direzione opposta, lasciando dietro il Catajo 📷, lungo il sentiero N. 15. Dopo un breve tratto, incrociate il sentiero N. 29 che scende dalla cima del M. Ceva.
Anche se si allunga il percorso, si consiglia di mantenere sempre la destra, su strada più ombreggiata, dove incontrerete gelsi, aceri e piante secolari fra cui un maestoso moro nei pressi di una delle tante case abbandonate, restando ai piedi dei Colli (ci sarebbe in teoria un divieto di transito), evitando così l'assolata strada attraverso i vigneti.

 

cavazona umidaRipreso il sentiero N. 15, quasi alla fine di via Montenovo, quando siete in vista del Catajo, sulla destra una sbarra in legno, con pannello informativo sui cinghiali, vi indica l'ingresso della cava del M. Croce: la visione è spettacolare 📷. Aggiratevi all'interno dell'anfiteatro a partire da destra, toccando i diversi punti panoramici. 
Nei pressi della zona umida salite sulla sinistra lungo il bordo esterno che vi porta in due punti panoramici: nel primo avete la visione della cava nella sua interezza; nel secondo, vicino alla parete della cava, potete ammirare i colli che avete appena attraversato. Continuate sul sentiero fino a raggiungere il bivio incontrato durante la salita: scendete a sinistra fino all'area attrezzata.

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