
I Monti Lonzina, Brusà, Campana, Sengiari, Moscalbò (o Boscalbò), delle Are, formano un gruppo isolato vicino a Bresseo e Treponti a nord ovest, Tramonte a est, Luvigliano a sud ovest.
Il percorso prevede l'attraversamento di alcuni di questi rilievi partendo dall'Abbazia di Praglia, il cui nome deriva da “pratalea”, la prateria acquitrinosa che c'era in questa zona prima della bonifica benedettina.
L'anello, che in parte coincide con il “Sentiero del Giubileo N. 26”, si percorre in circa 3,30 ore, senza punti particolarmente difficoltosi però, poiché metà percorso si svolge su strada asfaltata, si consiglia di scegliere giornate fresche.
- Descrizione tecnica
Lunghezza: 8,9 km Tempo: 3½ ore Quota di partenza: 16 m Quota minima: 11 m Quota massima: 204 m Dislivello positivo: 399 m Dislivello negativo: -399 m Verso del percorso: Antiorario Difficoltà tecnica: Facile ma lungo


Si parte dal parcheggio a pagamento, fuori le mura dell'Abbazia 📷 (Abbazia di Praglia - Parcheggio - 21 m) seguendo il Sentiero N. 26.
L'Abbazia benedettina Praglia è stata fondata nel 1113 dal conte Uberto detto Maltraverso di Montebello ed è stata aggregata al Monastero di San Benedetto Po (Mantova). Nel 1304 è resa indipendente e nel 1450 è passata in proprietà ai monaci di Santa Giustina di Padova che hanno iniziato le grandi opere di bonifica dei territori circostanti. Dopo qualche hanno è stata trasformata nel grandioso complesso che oggi possiamo ammirare, mentre della parte più antica rimane il campanile romanico che risale al XIII secolo. Nel XIX secolo ha subito due soppressioni.
I monaci, oltre che dedicarsi alla preghiera, vendono prodotti erboristici e sono abili restauratori di antichi libri.
Maggiori informazioni sul sito dedicato.
Sopra il parcheggio v'inoltrate in salita nel bosco del Monte delle Are (185 m).
Si tratta di una cupola di trachite con bosco di robinia, segno del degrado del bosco tradizionale. Il nome è forse dovuto ad un antico luogo di culto pagano.
Il sentiero nel primo tratto è molto ripido e sassoso, mentre a metà circa diventa più agevole attraversando un bosco misto a castagno.
A un bivio proseguite a destra, sempre seguendo il N. 26.
In corrispondenza di un traliccio è possibile ammirare, specialmente quando l'aria è tersa, la pianura sottostante che si estende fino ai lontani monti. Subito dopo un secondo traliccio si vede il Monte Merlo con le sue devastanti cave, il Monte Bello e il Monte Solone con Villa Vescovi alla base. Dietro c'è il Monte Grande e sullo sfondo i Colli Berici. Questi monti li vedremo meglio più avanti.


Finalmente si arriva nei pressi della cima del Monte delle Are, dove c'è il Parco Lonzina (Ex zoo - Parco Lonzina - 145 m). Nelle giornate invernali, quando la vegetazione è ridotta, si può ammirare dall'alto l'Abbazia racchiusa in un golfo e sullo sfondo il Monte Rosso.


Proseguite fino a una spianata/parcheggio (Le Are - 159 m). Da questo punto vi si offrono diverse possibilità.
- Al bivio potete scendere a destra lungo la strada (Via Malterreno) fino al successivo bivio; è la scelta più semplice.
- Seguite a sinistra il Sentiero N. 26 e, dopo circa 300 m, lo abbandonate prendendo un sentierino a destra, prima pianeggiante e poi in discesa, che vi riporta su Via Malterreno.
- Dal sentiero precedente (2), invece di scendere, continuate diritti fino alla cima del Monte Lonzina (234 m), costituito da trachite alcalina e poi scendere rapidamente fino in Via Chiesa Tramonte.


- Dal 3 se girate a destra vi rimettete in Via Malterreno, riprendendo il punto 1.
- Dal 3 se girate a sinistra, lungo Via Chiesa Tramonte, abbreviate il percorso con due alternative.
- Dal 5 continuare lungo Via Malterreno fino al Capitello.
- Dal 5 a metà della via, inserirsi a sinistra sul Sentiero del Giubileo.
- Dall’1 seguite il Sentiero del Giubileo fino a sbucare su un vigneto: se andate a sinistra continuate il Sentiero del Giubileo (punto 5); se invece andate a destra, seguendo il Cammino di Sant’Antonio, arrivate in Via Malterreno; è il percorso preferibile, che si svolge in un bosco termofilo ricco di corbezzolo. Un tratto è in ripida discesa, incassato tra le rocce e cosparso di sassi. A un certo punto incontrate la Pria del Can Rabioso (171 m) 📷, un masso che sta per essere inglobato da una roverella.

Dopo avere percorso uno dei sentieri indicati sopra, vi ritrovate in Via Malterreno.
Percorrete per un tratto la strada asfaltata fino a un bivio con Via Chiesa Tramonte, indicato da un crocifisso stilizzato. Qui potete continuare a sinistra sul percorso alternativo del punto 5 (Cammino di Sant’Antonio e poi Sentiero del Giubileo), accorciando notevolmente il percorso.
Voi invece scendete a destra sulla una stradina con ciottoli, abbandonando momentaneamente la strada asfaltata.


Quando sbucate fuori dal bosco potete ammirare sulla sinistra il Monte Brusà (155 m), collegato al Monte Lonzina da una sella che avete appena attraversato. Gli strati sedimentari superficiali hanno un bel bosco di castagno il quale, mantenendo fede al nome del colle, in periodi recenti ha subito uno dei tanti incendi che troppo frequentemente si verificano sui Colli; nel versante opposto, non raggiungibile da questo punto, si trova una grande cava di riolite alcalina a fessurazione colonnare con un evidente filone basaltico che l'attraversa dal basso verso l'alto.


Subito dopo c'è il piccolo Monte Campana (100 m), formato da riolite alcalina con parte di trachite alcalina, ricoperto da un folto bosco. Sullo sfondo si vede il Monte Solone intaccato da una cava, seguito da Villa dei Vescovi, sovrastata dalla mole del Monte Venda. La villa si vede meglio da Poggio Ameno.
Sullo sfondo i Colli più occidentali.



Il sentiero sbuca in corrispondenza di un incrocio a Quota 101, dove c'è l'omonima fattoria. Questo tratto di strada è costituito da rocce sedimentarie appartenenti alle marne euganee, sollevate dall'attività effusiva.
Davanti a voi c'è il Monte Sengiari (175 m) che incontrerete tra poco. Il Monte Sengiari è formato da latite alterata, con la presenza di un camino di esplosione riempito da breccia latitica.
Prendete Via Monte Sengiari, lasciando la fattoria sulla destra e, prima di giungere al bosco, volgete lo sguardo al panorama che mostra il Monte Lonzina, appena percorso, e sulla pianura i rilievi di Monte Ortone e San Daniele in Monte.

Alternativa. Se non volete risalire il Monte Sengiari, all'incrocio prendete a sinistra Via Pozzacale, che termina in Via Tramonte, accorciando il percorso.


La strada asfaltata sale fino a “Poggio Ameno”, dove si trova un ristorante.
Per la discesa si prende lo sterrato privato a destra, che vi consente ancora una volta una bella visuale sui Colli occidentali. Il bosco è fresco e gradevole, anche se parecchio degradato.
Alla fine dello sterrato si esce in Via Tramonte, strada molto trafficata e rumorosa.

Girate a sinistra lungo Via Tramonte, la strada principale del centro di Tramonte. Da qui si può vedere l'ultima tappa: Monte Boscalbò con la Chiesa di San Giorgio.

Dopo un bel po’ di strada incontrate la bellissima Villa Rosa 📷 con gli stupendi cancelli in ferro battuto.
La settecentesca Villa Rosa apparteneva in passato alla famiglia di antica e nobile stirpe, i Camposampiero. Quando l'ultima della famiglia, Flaminia, si ritirò in monastero, vendette la villa al nobile Francesco Domenico Rosa. Egli, che possedeva una bottega di merceria e granaglie a Padova all'insegna della rosa, la restaurò e la ampliò nella forma che vedete attualmente. Bellissimi sono i cancelli adornati di rose in ferro battuto.

Dopo 200 m, dove c'è un capitello mariano, salite a sinistra per Via Chiesa di Tramonte e passerete accanto alla Chiesa di San Giorgio Martire 📷. Si raggiunge così la sella pianeggiante fra il Monte Boscalbò e il Lonzina, da dove si può ammirare l'Abbazia di Praglia nella sua completezza.
La Chiesa di San Giorgio Martire molto probabilmente è stata fondata circa mille anni fa, come sembrano attestare gli affreschi e un documento del 1124. Ha subito poi una serie di rimaneggiamenti fino al XIX secolo. All'interno sono conservate interessanti opere del Quattrocento.
Il campanile 📷, precedentemente incorporato nella struttura della chiesa, è stato ricostruito all’esterno nel 1885.
La localizzazione della Chiesa quasi in cima al colle indica che l'abitato in passato doveva essere posto più in alto rispetto a oggi a causa delle terre malsane e inabitabili.



All'altezza dell'incrocio (Crosareta del Capiteo - 82 m) scendete a destra su un sentiero che vi porterà direttamente all'Abbazia, riprendendo il “Sentiero del Giubileo”.
Sulla destra s'innalza il Monte Boscalbò (119 m) formato da riolite alcalina e basalto olivinico, con un bel bosco di essenze miste (pseudomacchia). Sulla sommità del colle ci sono tracce delle fondamenta e dei fossati del castello dei Maltraversi, fondatori del monastero di Praglia.
Alla fine della discesa siete quasi giunti al termine del percorso; non vi resta che aggirare il grande monastero 📷 lungo le mura di cinta per arrivare infine al parcheggio.
